domenica, dicembre 31, 2006

senza titolo



"tutto ciò che vale merita di essere atteso"

(poster della collezione winning 2007).

Vi auguro un buon 2007, anche se non so che cosa intendete voi per buono....

comunque, "un anno in più non è uno scherzo, puo renderti diverso..."

PS: quando passiamo alla nuova versione?

Annalisa

ultimamente mi capita di pensare spesso a lui

"la vita in fondo è qualcosa di più di un gioco di pazienza"

franz kafka (1883-1924)

ieri sono stato a firenze. mi capita a volte di muovermi dentro firenze e di sentire una sensazione, uno scuotimento interiore dell'energia vitale che potrei tradurre con l'improvvisa comparsa di un pensiero intermittente che mi dice "qui...qui...qui...qui...qui...". certo, questa è una cosa che mi capita anche altrove ma firenze ha, al di là di ogni soggettività, uno spirito e una energia sua propria e tipica... di quelle cose che ti fanno pensare che non è un caso che dante fosse fiorentino (ripudiato) assieme a tanti altri fantastici individui.
e così, solo nel vecchio comparto di sant'ambrogio che davvero a tratti presenta filari di case che odorano di salsedine e che t'immagini affacciate su un vecchio porto sepolto, puoi incontrare queste parole "a me m'aggrada il degrado" (scritta sul muro), " e se piovesse merda sul mio angelo..." (scritta su una cabina), "lo volete il pane? ce l'ho bono come il pane..." (sentito dentro il mercato coperto).
e poi i volti...
meno male che siamo limitati e non possiamo capire né sentire tutto.

f

venerdì, dicembre 29, 2006

in cui klaus diventa lukas e lo rimane per sempre

un giorno lukas è andato da agnese e le ha detto "vedi, io sono morto". lei non ha aperto bocca ma ha fatto un gesto che voleva dire "lo vedo".

ASSERTIVITA' PARTE SECONDA

METODO D-E-S-C


DESCRIVERE = Indicare qual è il comportamento indesiderabile dell'interlocutore

ESPRIMERE = Dire all'interlocutore come ci si sente riguardo al suo comportamento

SPECIFICARE = Evidenziare il cambiamento di comportamento che si desidera ottenere dall'interlocutore

CONSEGUENZE = Offrire delle conseguenze gratificanti per il cambiamento di comportamento


Esempi:

D - Mi hai interrotto prima ancora che finissi di parlare.

E - Quando fai così mi sento svalutato, come se le mie idee non contassero nulla.

S - Proviamo a fare così: quando uno di noi finisce di parlare l'altro mentalmente conterà fino a tre prima di prendere la parola.

C - In questo modo troveremo più piacevole e costruttiva la nostra discussione.

mi piaceva che ci fosse

http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=5852

giovedì, dicembre 28, 2006

poi forse si tratta di un'altra cosa molto più fisiologica. deve essere che quando uno è sottoposto ad immotivata tortura cominci naturalmente a pensare: "questa cosa che accade non sta accadendo a me, questa cosa che fanno non la stanno facendo a me".
mi sembra dopo tutto un pensare più sano e rispettoso di sé stessi rispetto a "questo rumore era una costola che andava in frantumi, questo dolore una lama che si insinuava nella mia carne"
f

101

quante cose che non sai di me
quante cose che non puoi sapere

credo che la smemoria, ovvero la facoltà di dimenticarsi atti e fatti, sia di gran sollievo e funzionale alla terapia: voglio dire che la mia felicità è garantita anche dalla smemoria. in momenti come questi io posso sinceramente dirvi "non mi cercate qui, non mi cercate là" perché onestamente non mi trovereste "né qui né là"; ed anche se in tutta onestà io vi dicessi dove mi trovo adesso quella sarebbe una bugia.
e poi il giorno dopo quella frase sarebbe dimenticata e la posizione mutata.

quante cose da portare nel viaggio
insieme

anche se io vi ho arzigogolato sopra il mio pensiero era che se si ricordasse tutto sarebbe troppo doloroso. e che anche per questo io domani dimenticherò i fatti che mi hanno sospinto a ribadire una simile ovvietà.

certo non mi dimenticherò del dibattito.

f

mercoledì, dicembre 27, 2006

questo è il post numero 100 e io apro un dibattito

mi domandavo, visto che questo posto ci prende e ci rende, se e in che misura esso potesse aprirsi anche ad altri.

cosa ne pensate?

via con i litigi.

f

TRIBUTE

UN DOVEROSO RINGRAZIAMENTO ALLA NONNA CON L'ADSL!
Vorrei avere anch'io ancora una nonna così.
Annalisa

martedì, dicembre 26, 2006

Hanno rapito l'Omino di Folon


così ho pensato quando, l'altra mattina - come ogni mattina - ho girato intorno alla rotonda di fronte all'ex Teatro Tenda. Lì, al centro di quella rotonda, fino al giorno prima, stava quel signore con l'impermeabile e il cappello in testa e in mano un ombrello... un ombrello d'acqua!
Una presenza costante alla quale , dopo un po', non fai più caso. E invece eccome se contava! L'ho capito quando ho visto quella base spoglia, al centro di quell'aiuola disabitata. Mi è sembrato che avessero rapito la poesia ai nostri giorni. Senza quel monumento alla fragilità umana il mondo mi è sembrato più spietato, più cattivo; la giornata più difficile da affrontare.
Torna omino, torna! Sì, hai ragione, non c'è riparo, ma è così essenziale quel superfluo che rappresenti!

terzilio

lunedì, dicembre 25, 2006

se ci capite qualcosa...

Alla fine tutti dovremo ammettere che il natale non è stato poi così tragico. A volte siamo noi che facciamo capitare proprio le cose che temiamo che capitino. E' la profezia autorealizzantesi. Quindi, se questa legge gode delle leggi matematiche, se noi speriamo che qualcosa capiti, amche questa cosa dovrebbe verificarsi.
ma qua si cade nei meandri del pensiero magico e ossessivo...
se ne deduce che una risposta certa e inconfutabile non esiste. l'unica cosa certa è quello che facciamo e che pensiamo noi.
questo commento è così incasinato perchè ho appena saputo che il mio ex diventerà padre e la cosa mi ha suscitato un po' di amarezza e di rabbia...
A

va tutto bene

va tutto bene. va proprio tutto bene. tutto bene. va tutto bene.

f

Salve a tutti di nuovo!
non vi preoccupate, questa è l'ultima volta che comparirò nel blog (per quest' annno).
Volevo consegnarvi i regali che ho scelto per voi:
per Terzilio: giornate di 30 ore
per Annalisa : uno sconto di paranoie
per F: un terreno fertile.
come vi avevo già anticipato, non potete sostituire i vostri regali. se non vi piacciono potete cederli ad altri o semplicemente non utilizzarli.
Vi saluto calorosamente e vi ricordo che Babbo Natale non si intrufola, semplicemente esiste (anche se voi non lo volete).
Mi ritiro in Lapponia, bye bye

domenica, dicembre 24, 2006

Finché ti circonderai di frastuono non riuscirai a sentirmi.

sabato, dicembre 23, 2006

tié

pensate anche voi quello che penso io?

man mano che si avvicina è sempre peggio, eh?

f

"una volta volevo cambiare il mondo, ora desidero solo uscire da una stanza con dignità"

riflessioni da sabato pomeriggio

venerdì, dicembre 22, 2006

trascorrono le ore sotto lo sgocciolatoio del ponte. klaus conta e riconta le figurine, agnese scruta il volto rassicurante della notte in cerca della costellazione più propizia. ognuno sa che l'altro potrebbe svolgere anche il proprio compito e farebbe lo stesso. poco distante un cane abbaia.

Salve, sono la Befana. Mi domandavo un paio di cosette. La prima è questa. Avete pensato cosa chiedere all'anno venturo?
La seconda è questa altra, pensate di poter andare avanti ancora parecchio a bloggare su Vecchio Blogger o deciderete un giorno di passare a Nuovo Blogger? No, perché voi tre mi sembrate dei gran nostalgiconi...
Volendo ho anche una terza domanda. Che è questa: che fate per l'ultimo dell'anno?
b.

giovedì, dicembre 21, 2006

URGENTE

Salve! Voi non mi conoscete, ma io seguo costantemente e attentamente tutto ciò che scrivete. Siete veramente unici.
Mi presento: sono BABBO NATALE
Ho notato che non mi è ancora pervenuta nessuna richiesta da parte vostra per quanto riguarda i regali del 2006. Non so se riuscirò ad esaudire le vostre richieste in tempo utile. Ma non vi preoccupate, vi spetta comunque un regalo d'ufficio. Non è però previsto il diritto di recesso....
Distinti saluti, il Vostro Babbo Natale.

mercoledì, dicembre 20, 2006

marciapiede n° 6

intanto agnese e klaus continuano a camminare. le mani appena abbozzate, il passo di chi scivola sull'acqua, le voci di chi ha superato tutti i discorsi.
gesticolano, avanzano e parlano.
"io è uguale a tu" dice klaus.
"tu è uguale ad io" lo sostiene agnese.
e questo è parte dello sconosciuto linguaggio delle sagome di cartone.

'notte
f

martedì, dicembre 19, 2006

arcobaleni

quei 2 arcobaleni
concentrici all'invisibile centro;
quei 2 arcobaleni, curvi
di fronte a noi dritti e paralleli,
capitati lì, su quel viottolo
di mezza collina, chissà perché;
quei 2 arcobaleni dicono muti
del nostro essere fratelli e
del niente da temere.

Passate le rapide, siamo di nuovo qui
a questa nuova confluenza
e non c'è niente da temere.
Qualcosa si è perduta,
le mani hanno lasciato una presa,
sulla pelle echi di baci
che non capiamo più.

Gli arcobaleni dicono pace
chiudendo il semicerchio
nel paesaggio che spare
e noi due, chiodi neri,
come chiodi conficchiamo nella terra.

Niente da temere
c'è da spazzolarsi di dosso
fili di capelli troppo lunghi,
ci saranno ancora baci,
sulla pelle, da decifrare.

t

mantra quotidiano

"I nostri tratti meno piacevoli sono nostri quanto quelli che più apprezziamo, e gli uni non sono che il rovescio degli altri. Smettere di combattere con sè stessi, riuscire a perdonarsi ciò che causa dolore, non scegliere fra bene e male, non discriminare fra brutto e bello, ma cercare di comprendere passato e presente, in questo consiste il difficile processo dell'accettare sè stessi".
(Bruno Bara. Manuale di psicoterapia cognitiva)

lunedì, dicembre 18, 2006

e uno dei motivi per cui non glielo dice è anche questo

lui a volte quando percepisce il mondo come una minaccia si immagina questa scena. si precipita di nascosto da tutti in un albereto, alza vari sassi e quando trova quello più adatto vi getta sotto la propria realtà, il proprio mistero, il proprio vero io. poi tutto allegro se ne torna nel mondo civilizzato e si lascia triturare, fare a fettine e disperdere nei campi senza possibilità di essere ricomposto, riconosciuto e restituito ai propri cari.

quando la guerra è finita basta che un lembo di carne o una foglia lambisca la pietra fatale che lui se ne ritorna in pace tra gli altri.

e questo che lui immagina lui lo fa realmente.

il problema sono quelle creature che scavano e alzano i sassi e... basta di questo è pieno il mondo delle fiabe.
buonanotte
f

dialogo

lei: tu a volte mi tratti come una regina, mi degni, mi ascolti, mi lusinghi, ecc... altre volte invece mi tratti male, sei scorbutico, ed è come se non mi volessi bene. ti volevo fare notare che io sono solo uno specchio per te e che tu mi tratti come ti tratteresti.

lui: lo so

poi lui pensa di dirle anche questo: "ma ti rendi conto che a volte tu sei una persona amabile con cui tutti amerebbero intrattenersi e altre volte sei una delle più grandi rompicoglioni del pianeta?" ma non glielo dice.

notte

nella città di matrix agnese e klaus giocano a carte mentre camminano. lui ha le carte più belle, lei quelle più utili nel rovesciare i pronostici. se quella città avesse avuto una filovia agnese e klaus l’avrebbero inaugurata quella sera. in quella città sprovvista di filovia invece loro due scivolano sull’asfalto come due gocce d’acqua.

a sera tarda nel suo letto agnese ride, klaus invece analizza la parola nostalgia. il dolore del ritorno. perché mai pensa klaus tornare dovrebbe essere un dolore? tornare dovrebbe essere casomai una gioia. ma invece è proprio un dolore, sospira klaus. ahi, ahi, chissà se domani mattina al mercato del pesce riuscirò a scambiare questa scoperta con qualcosa di utile?

rebus (6-4-2)

"i rapporti esclusivi sono oggetto di riflessione perché sono una sostanziale resistenza al trattamento terapeutico"

domenica, dicembre 17, 2006

la mia rabbia

per chi mi ha punito succhiandomi tempo ed energie per una svista involontaria
per chi mi dà materia mentre io vorrei affetto e parole
per chi non sa vedere l'invisibile e mi riduce a non mostrarglielo
per chi non sa riconoscere l'oro del tempo liberato
per chi vuol tirarmi nel suo mondo a discapito del mio
per chi ama la potenza e non sa apprezzare la fragilità
per chi ha paura di calare la maschera per primo
per chi è padrone del mio tempo e per di più illegittimamente
per chi mi tiene il cappio al collo facendo leva sul mio senso di responsabilità
per chi usa parole inutilmente difficili per non farsi capire
per chi dà per scontato che tu sappia per farti sentire un ignorante

molta di questa rabbia è per me, perché quel "chi" spesso sono io.


terzilio

raccogli questa tristezza
non far finta che non ci sia
non negarla
non coprirla con niente
accoglila
e poi
lasciala andare

f

sabato, dicembre 16, 2006

f

succede una volta ogni sei anni o sei mesi - non fa differenza. ti si disvelano nuove prospettive, ti si riempiono i polmoni di altro combustibile. cambia l'ascesa gravitazionale, cambia il senso di appartenenza, il senso del profondo, la distinzione io-tu. cambiano le regole del gioco (il gioco diventa lavoro, il lavoro gioco). non sai più per cosa ridere, non sai più per cosa piangere.

le gite su marte durano poco. una gita ogni tanto non fa di te un marziano.

f

ps: lo devo dire, mi spiace tanto ma lo devo dire, avevo pensato di tenermelo per me ma non mi riesce, non voglio, non ce la faccio: su marte i piccioni sono morti.

walking on

poi d'un tratto arriva questa passeggiata. la città dalle parti viene giù a striscioline, tipo matrix.
i passi percuotono un pannello di cartone che si allunga nell'indecifrato. probabilmente non esiste avanzamento, si tratta solo di un effetto avanzamento collegato all'eccitazione della medesima coppia di codici.

pensi che questa cosa non te la porterà via neppure l'alzheimer. pensi che scrivere di questo ha poco senso, come portare fiori a un cimitero dove neppure ti ricordi chi è sepolto.
pensi che qualcuno ad ogni modo dovrebbe farlo.

a suo rischio e pericolo, si intende. ché non esistono assicuratori che ti seguirebbero in certi luoghi.

f

venerdì, dicembre 15, 2006

presentarsi all'appuntamento
artefacendo un ritardo,
raccogliere per strada ricordi
a prova di Alzheimer,
ricevere un inatteso regalo di natale,
riflettere su come ogni anno
ricevi un regalo da qualcuno a cui tu non l'hai fatto
e viceversa,
tornare a casa e non parlare
né di questo né di altro
che è già l'ora di dormire.
f

change

imparare ad accettare un "no".
imparare che si sopravvive anche senza "tutto e subito".
imparare che esiste ed è bello anche il grigio, non solo il bianco e il nero.
quando lo spieghi ai tuoi pazienti sembra tutto così facile, lineare, immediato.
ma non è così.
ogni cambiamento è composto da infinitesimali spostamenti, non sempre percepibili.
forse è per questo che mi vedo sempre immobile.
A.

giovedì, dicembre 14, 2006

hai anche oggi preso la tua dose di veleno. ti prepari all'appuntamento appuntandoti al petto spilli di quotidianità.
la verità è che ti tremano le gambe. la verità è che tu non hai paura.
stai qui, scrivi in presa diretta, respirando nello spazio bianco tra una parola e l'altra. la tua vita, certe volte, che sono proprio le volte in cui tu pensando a te stesso componi mentalmente la frase "la tua vita", certe volte la tua vita è in apnea e allora tu corri a precipizio per vedere quello che c'è dopo, e mentalmente spingi in avanti coi polpastrelli le lancette dell'orologio. certe volte la tua vita è in apnea. stai schiacciato con le spalle al tronco di un albero. fermo e immobile, non respiri. aspetti solo di veder sfilare davanti a te lo straniero.

e poi sai, che se oggi non avessi scritto questo, avresti scritto altro. se poi oggi non avessi scritto niente avresti fatto altro. nel frattempo continui ad attendere.
f

And if the day came when I felt a natural emotion
I'd get such a terrible shock I'd probably lie
In the middle of the street and die

mercoledì, dicembre 13, 2006

miracles

http://www.espanolsinfronteras.com/imágenes/Índice%20de%20Biografías%20-%20Picasso%20-%20Arlequín%20sentado.jpg

srijeda (il giorno dopo utorak), prosinac 13, 2006

:-)

f

ps. 'sto stronzo eh

pps. adesso armiamoci di dizionari o arrendiamoci alla convenzionalità e frivolezza del tempo datato

ppps. lo so, il serbo era meglio, i nomi dei mesi almeno sono più facili per noi latini

pppps. per chi vuole comunque c'è questo http://www.eudict.com/ oppure questo http://www.ibiblio.org/wm/paint/auth/munch/munch.scream.jpg

martedì, dicembre 12, 2006

per chi perde di vista la meta
e per chi alla meta ci è già


per chi dorme in uno sgocciolatoio
e lavora in un dormitorio

per chi si riveste di parole
e per chi con le parole ci fa una frusta

per chi dice solo "pane", "fame", "sete", "tavolo","bicchiere"
e qualche volta anche "febbre" e "amore"

un groviglio di geni. che fai?
f

per voi

"nessuno è solo finchè di notte, anche lontano, ha chi non dorme per pensare a lui..."
(Tiziano Ferro)

lunedì, dicembre 11, 2006

da un viaggio in una città innominata

La città scivola, scorre in sé stessa senza troppi attriti. C'è poco rumore, poca ruggine, pochi ruggiti. Si può stare tranquilli, si può stare sereni,avere sguardi limpidi, facce più distese, gote più morbide.
Passo tra gli antichi abitanti della piazza, qui da tempo immemorabile, con le radici piantate nel terreno e le braccia, brune e spoglie, tese verso il cielo grigio e piatto.
Così a Lindenhof: questi spiriti muti stendono quassù la loro pace. Qui, in mezzo a loro, su queste panchine, si può attendere con meraviglia, si può davvero essere la metà di un appuntamento e dimenticarsene.
Dentro il tempo di marmo gli anziani giocano a scacchi, su scacchiere giganti, e un capannello di non indifferenti si assiepa lì intorno e segue l'evolversi della situazione con attenzione muta.
Una folata di piccioni per poco non mi investe: voglio essere dove sono, da nessun'altra parte, per questo mi aggrappo alla zampina di uno di questi e mi faccio portare via.

terzilio

per chi guarda di traverso, per chi guarda l'intero e attraverso
per chi porta una soma sulle spalle
per chi mangia quello che trova
per chi vigila di notte
per chi sussurra alla luna
per chi non perde terreno
per chi il terreno lo scava
per chi sta zitto e pensa
per chi ha paura della propria ombra
per chi cerca nel vento la risposta
per chi fa fatica
per chi dice "è un sacrificio"
per chi se ne sta a braccia conserte
per chi è stato un albero
e se lo ricorda bene

domenica, dicembre 10, 2006

Il Mago

per chi si lamentava dell'assenza di Lodoli e per chi si pensa dentro un labirinto:

Andavo sempre da lui a cena, in una casaccia i mezzo ai campi, con il porcile accanto e le gabbie dei conigli in camera, coi colombi per aria. Dopo il caffè sua madre mi spiegava le cose invisibili. Era una donna di cento chili, il fazzoletto in testa, sempre dietro le bestie, sempre a far dolci a suo figlio e a stirargli la divisa. [...] M'ha subito rincuorato: m'ha detto che di energie nell'universo sono miliardi, mica solo la centoventicinque e la due e venti, ci mancherebbe.
La verità è che ogni cosa butta di continuo energia, come se sudasse o perdesse sangue dal naso. Sta intorno a noi la nostra energia, nelle mani, nella pelle, nei pensieri, diventa una linea su un palmo, ma anche un fatto, una cosa, una persona. [...]
Se si sa vedere dentro le energie si possono capire il passato e l'avvenire, le delusioni, i calci in faccia, le donne, chi arriva e chi va via per sempre. Ma bisogna avere lo sguardo nudo come un verme, senza tenersi nessuna idea in testa, che le idee fanno ombra. Quando ero ragazzino vedevo un calabrone in mezzo all'aria e sapevo che presto sarebbe venuto un forestiero. Oppure la birra di mio padre faceva troppa schiuma, e io sapevo che lui era arrabbiato. E certe volte mi ritrovavo in testa un'immagine sconosciuta, una persona sconosciuta, apparsa in me dal nulla, e ci giocavo come con un compagno vero.

sabato, dicembre 09, 2006

the day after

... poi al mattino ti svegli e il cielo che accompagna il tuo viaggio è così bello che sembra finto e la luce è così intensa che pensi che è ingiusto essere infelici e le cose che hai pensato la notte prima si stemperano...
(che esista una cielo-terapia?)

è come essere in un labirinto. non ci sei capitata per caso, non ti ci ha portato nessuno. sei lì perchè l'hai deciso tu. non ti piace, vuoi uscirne, sai che là fuori c'è la salvezza, ma non riesci o non vuoi trovare la strada. vorresti che comparisse qualcuno che sceglie la strada per te, che ti accompagna fuori, che ti toglie la responsabilità di decidere per la tua vita. sai però che se ciò succedesse tu perderesti quel poco di amor proprio che ti rimane. il sapere che non vuoi rimanere nel labirinto per sempre ti mette in una situazione conflittuale. purtroppo piangere non risolve il conflitto.

venerdì, dicembre 08, 2006

blog di san patrizio (c'è la luce dentro)


Il vecchio saggio
Cliccate per sfogliare.
Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato, una mattina alle 8.00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane.
Dopo parecchie ore di attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo che la sua camera è pronta.
Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbliga a lasciare la sua casa.
Mentre si reca fino all’ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo sospeso alla sua finestra come tenda.
-“Mi piace molto", dice con l’entusiasmo di un ragazzino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.
-“Signor Vinto, lei non ha ancora visto la camera, aspetti un attimo. "
“Questo non c’entra niente", dice.
“Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E’ una decisione che prendo ogni mattina al mio risveglio."
“La felicità è qualcosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no, non dipende dai mobili o dalle decorazioni – dipende piuttosto dal modo in cui la percepisco.
“Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano, oppure alzarmi e ringraziare il cielo per quelle che funzionano ancora."
"Ogni giorno è un regalo e finché potrò aprire i miei occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita.”
“La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato.”
Perciò, il mio consiglio per voi, sarebbe di depositare molta felicità nel vostro conto in banca dei ricordi.
Grazie di aver partecipato a riempire il mio conto in banca, dove continuo a depositare.
1. Liberate il vostro cuore dall’odio
5. Aspettatevi di meno.
4. Date di più
3. Vivete con semplicità
2. Liberate la vostra testa dalle preoccupazioni
Ricordate queste semplici regole per essere felici:

Passate questo messaggio a 7 persone, tranne che a me.
Domani accadrà un miracolo.
Ora, FERMATEVI!
Avete letto e bene ciò che c’è scritto?
Domani ACCADRA’ un miracolo.
Allora inviatelo subito.
Musica-L’Amour rêve (André Gagnon)
Buona giornata

e tuttavia colui che non tira fuori ciò che ha dentro, quella cosa lo distruggerà. e tanto più è una cosa importante tanto più lo stillicidio di sofferenza. ora cominci a capire il privilegio e la fortuna di essere un illuminato, un guru, un boddhisattva

colui che beneficia della visione suprema, che è dotato della chiaroveggenza, che ha perforato il velo dell'Aldilà non deve tentare di rivelare il mistero se non a rischio di perderlo per sempre

"io sono la madre e la natura intera, signora di tutti gli elementi, origine e principio dei secoli, divinità suprema, regina dei Mani, prima fra gli abitanti del cielo, prototipo degli dei e delle dee. le vette luminose del cielo, le brezze salutari del mare, i silenzi desolati degli inferi, sono io che governo tutto secondo la mia volontà"
iside

mercoledì, dicembre 06, 2006

A tratti percepisco tra indistinto brusio
Particolari in chiaro,
Di chiara luce splendidi,
Dettagli minimali in primo piano,
Più forti del dovuto e adesso so
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Ma non va, non va, non va, non va...
Nell'occhio inconsapevole di un cucciolo animale,
Archivio vivente della Terra,
Un battito di ciglia sonnolente racchiude un'esistenza
Spazio determinato, costretto dilatabile
Spazio determinato, costretto dilatabile mi incanta...
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
In toghe svolazzanti e lunghe tonache,
divise d'ordinanza tute folgoranti,
in fogge sempre nuove innumerevoli colori,
in abiti eleganti con la camicia bianca, la cravatta blu
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Consumati gli anni miei,
vistosi movimenti sulla Terra,
grandiosi necessari, futili patetici
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Ma non va, non va, non va...
Non fare di me un idolo mi brucerò,
se divento un megafono m'incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va, non va, non va...
Sono un povero stupido so solo che
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Se tu pensi di fare di me un idolo
Lo brucerò,
Trasformami in megafono m'incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va, non va, non va...
Sono un povero stupido so solo che
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Se tu pensi di fare di me un idolo
Lo brucerò
Trasformami in megafono m'incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va...

stralci di pagine di settembre

A volte, mentre guido, da sola, come la maggior parte delle volte, mi capita di pensare come sarebbe suicidarsi andando a fracassarsi contro un camion. E' più di un pensiero. E' cercare di immaginarsi la scena, l'impatto, il rumore, il dolore. Tutto questo dura pochi secondi; abbastanza per realizzare che sarebbe una pazzia farlo, troppo pochi per deciderlo di farlo. Penso che non avrei mai il coraggio. La paura di morire mi accompagna (a tratti della vita più silente, in sordina), da quando ho dieci anni..... Ieri ho pensato a quanto poco sforzo fisico serve per schiantarsi. Riflettevo sul fatto che basta una leggera rotazione del polso della mano sinistra, l'unica che ho sul volante. Non serve compiere gesti bruschi o innaturali, basta semplicemente spostare di pochi millimetri il polso verso sinistra......

martedì, dicembre 05, 2006

ecco perché...

...tu sei un miracolo

ti svegli un mattino e ti accorgi di avere entrambe le caviglie spezzate. ci pensi un po' su e non sei neanche troppo sorpreso.
del resto capisci, lo capisci da solo, che le tue caviglie non si sono spezzate in un incidente o intoppo recente. sono sempre state così. rotte, a pezzi, inconsistenti.

allora ti chiedi perché, ti chiedi come, ti chiedi se la strada fatta sin qui sia stata solo un'illusione, un miraggio, un inganno dei pensieri.

non è così. questa strada l'hai fatta tu e l'hai fatta a piedi e all'impiedi.

ecco perché tu sei un miracolo.

f

E' solo che...

... non ce la sto facendo.
e non è perché non mi piace il blog. no no, assolutamente.
mi piace quello che scrivete. caso mai è il contrario: scrivete cose bellissime ed io non mi sento all'altezza di partecipare.
E poi, non so, mi viene da chiedermi: ma voi che vite fate? A me non avanza quasi nulla.
Ma poi penso che non può essere questo il vero motivo. Forse è solo un periodo in cui non ho occhi buoni, guardo ma non vedo. Forse mentre voi lavorate, camminate, incontrate, siete a contatto con una parte che testimonia e scrive, mentre io ho i fili tagliati.
Desidero tanto la vecchia foresta dei simboli parlanti, ma tra le scartoffie e la spesa di casa, tutto si è mutato in deserto.
Mi ricordo di un anno fa, quando, insieme ad f incontrato in sogno, guardavo dentro un boccione due pesciolini rossi. Uno parlava e l'altro sbigottiva. Ma non si sentiva niente da fuori, né orecchio umano avrebbe potuto udire il linguaggio muto dei pesci. Solo un paio di settimane più tardi, grazie ad un altro sogno, seppi cosa un pesce diceva all'altro.
Non mi arrendo ragazzi, donne, uomini. Scusate l'assenza e non datemi per perso.
Terzilio

ed ogni cosa è un miracolo

poi pensavo che se siamo in due forse non c'è più bisogno di firmare o sono io o sei tu

In questo posto manca Lodoli. Ci pensavo l'altro giorno.

Michele: Non è giusto che noi continuiamo a vederci. Io magari sarò imperfetto però voglio essere coerente. Non ci dobbiamo più vedere. Mai più. La felicità è una cosa seria, no? Ecco, allora se c'è deve essere assoluta.Bianca: Ma che vuol dire?Michele: Vuol dire senza ombre, senza pena. E' difficile per tutti, per me invece è impossibile. Forse non ci sono abituato.Bianca: Ma le cose cambiano. Le persone si trasformano. Le situazioni..io non capisco questa specie di obbligo senza che fra noi sia successo niente.Michele: Tanto poi tu prima o poi mi lasceresti. Io non ci posso pensare che un giorno magari siamo in terrazzo -tu ormai vivi in casa mia- ti avvicini e mi fai, sai Michele ti devo parlare...e poi mi spieghi che è stato tutto bello però ormai non si può andare avanti. Che l'amore è finito.Bianca: Ma come fai a saperlo?Michele: Lo so.Bianca: Allora per non soffrire dopo lo fai adesso; così, senza che ci sia una ragione, senza un motivo.Michele: Sì. Bianca: Tu giudichi, sai, stabilisci, decidi. Stabilisci le colpe, condanni.Michele: Perchè no... se giudico me stesso lo posso fare anche con gli altri.Bianca: Ma gli altri non sono un teorema. Tu sei pazzo.Michele: E non sono pazzi quelli che accettano tutto? Io almeno dico questo è sano, questo è malato, questo è bello, questo è brutto. Qui c'è il bene, qui c'è il male. Bianca: Tu sei pazzo, davvero.Michele: Sì Bianca. Ma perchè tutto questo dolore? A te sembra giusto? A me no. Io mi devo difendere.
(Da Bianca, di Nanni Moretti)

lunedì, dicembre 04, 2006

tu sei un miracolo

sabato, dicembre 02, 2006

il segreto sta nel raggiungere l'equilibrio. tra concedersi e negarsi, tra agire e subire, tra esserci e scomparire. ma l'equilibrio è uno stato che la natura (anche quella umana) non può permettersi. c'è bisogno dell'alternarsi tra caos e ordine, tra semplicità e complessità. gli estremi sono più pericolosi, ma anche più comodi.
fa paura accorgersi che è arrivato il momento di dover cambiare equilibrio. "e un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi che non sono più quei fantastici giorni all'asilo"
A.

muffa
fermento
ma che ti chiacchiera il cervello?
adoro questo inizio mese
che ti serra la gola

oggi ho letto
"al limite al confine"

distruzione
muffa
fermento
crescita

questo fiore è per te


f