se ce l'abbiamo così a morte col natale ci deve essere un motivo, forse più di uno. in realtà il natale è una festa, un giorno. di per sè le giornate non hanno caratteristiche positive o negative; sono neutre. siamo noi ad attribuire loro una certa valenza. quindi se noi adesso facciamo un grande sforzo e cerchiamo di pensare al natale in modo neutrale, stiamo sicuramente meglio. poco convincente eh...scusatemi ma è natale anche per me. vi voglio bene, A
Hai ragione su tutto A. quindi è giunto il momento di essere onesti con sé stessi. Il Natale mi fa paura perché mi mette nella condizione di dover manifestare affetti a comando, con un tempo che non decido io, e questo mi confonde. E' come dire adesso devo avere sonno: è la volta buona che non dormi e se non dormi ti viene il dubbio di non avere sonno. Dubito dei miei affetti, forse non ho niente con cui ricambiare quello che mi si dà (di cui a sua volta dubito), o quello che ho è poco. Mi scopro povero e non fa piacere. Forse però non lo sono, sono solo confuso da tutta l'innaturalità della situazione. A volte penso che possa essere così anche per gli altri ed odio il baraccone in cui siamo immersi e mi chiedo chi lo vuole. Poi penso all'immenso spreco e a chi ci si avvantaggia e il cerchio della rabbia si chiude.
Ascolto Quale Allegria di Lucio Dalla e mi sento in compagnia ad essere solo.
alla fine il "problema" è sempre lo stesso: cambiare fa paura, lasciare il certo (che non piace) per l'incerto fa ancora più paura. ci sono donne che per anni continuano a farsi menare dal marito, senza prendere nessun tipo di provvedimento, perchè meglio uno che ti mena piuttosto che non avere nessuno. ok, qui siamo agli estremi,ma la paura sottostante è la stessa. deve esserci un bisogno ancestrale di contatto umano, di rimandi da parte degli altri che ci confermano l'immagine che abbiamo di noi stessi. tutto si complica se da anni sei cristallizzata in una forma e in un ruolo che ora ti stanno stretti, ma gli altri questo non lo sanno e se decidi di cambiare hai paura che tutto e tutti possano scomparire. è un gran casino non sapere chi sei e che cosa vuoi. è un gran casino sapere quello che vuoi (che nel mio caso è un uomo vero da amare)ma aver paura di conoscerlo veramente. e quando (forse) lo conosci fai di tutto per convincerti che lui è più malato di te e quindi non potrà mai funzionare. ok, adesso basta, mica vi posso "infettare" con queste paranoie... grazie dal profondo del cuore a tutte e due.Annalisa
4 commenti:
se ce l'abbiamo così a morte col natale ci deve essere un motivo, forse più di uno. in realtà il natale è una festa, un giorno. di per sè le giornate non hanno caratteristiche positive o negative; sono neutre. siamo noi ad attribuire loro una certa valenza. quindi se noi adesso facciamo un grande sforzo e cerchiamo di pensare al natale in modo neutrale, stiamo sicuramente meglio.
poco convincente eh...scusatemi ma è natale anche per me.
vi voglio bene, A
Hai ragione su tutto A.
quindi è giunto il momento di essere onesti con sé stessi.
Il Natale mi fa paura perché mi mette nella condizione di dover manifestare affetti a comando, con un tempo che non decido io, e questo mi confonde.
E' come dire adesso devo avere sonno: è la volta buona che non dormi e se non dormi ti viene il dubbio di non avere sonno.
Dubito dei miei affetti, forse non ho niente con cui ricambiare quello che mi si dà (di cui a sua volta dubito), o quello che ho è poco. Mi scopro povero e non fa piacere.
Forse però non lo sono, sono solo confuso da tutta l'innaturalità della situazione.
A volte penso che possa essere così anche per gli altri ed odio il baraccone in cui siamo immersi e mi chiedo chi lo vuole. Poi penso all'immenso spreco e a chi ci si avvantaggia e il cerchio della rabbia si chiude.
Ascolto Quale Allegria di Lucio Dalla e mi sento in compagnia ad essere solo.
t
alla fine il "problema" è sempre lo stesso: cambiare fa paura, lasciare il certo (che non piace) per l'incerto fa ancora più paura. ci sono donne che per anni continuano a farsi menare dal marito, senza prendere nessun tipo di provvedimento, perchè meglio uno che ti mena piuttosto che non avere nessuno.
ok, qui siamo agli estremi,ma la paura sottostante è la stessa. deve esserci un bisogno ancestrale di contatto umano, di rimandi da parte degli altri che ci confermano l'immagine che abbiamo di noi stessi.
tutto si complica se da anni sei cristallizzata in una forma e in un ruolo che ora ti stanno stretti, ma gli altri questo non lo sanno e se decidi di cambiare hai paura che tutto e tutti possano scomparire. è un gran casino non sapere chi sei e che cosa vuoi. è un gran casino sapere quello che vuoi (che nel mio caso è un uomo vero da amare)ma aver paura di conoscerlo veramente. e quando (forse) lo conosci fai di tutto per convincerti che lui è più malato di te e quindi non potrà mai funzionare.
ok, adesso basta, mica vi posso "infettare" con queste paranoie...
grazie dal profondo del cuore a tutte e due.Annalisa
25 dicembre 2006. dopo pranzo.
va tutto bene.
f.
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