venerdì, febbraio 29, 2008

la casa dei mille inneschi

dove abito io ci sono mille fili, un angolo morto lo diresti, un posto dove l'ombra è spessa due volte.
potrei dirti, tu qui non puoi arrivare. ci sono già stata mi diresti, ed io saprei che è vero. sì ma quando ci sei stata io non c'ero, e anche tu sapresti che questo è vero. sì perché tu abiti in un angolo morto...
ma non ci abiti sul serio.

le gambe gialle, le mani gialle, le labbra blu
tutto quello che sono lo devo a te

sei la terra che mi ha coperto
il gelo che mi ha fondato le ossa
le porte chiuse quando dovevo uscire
gli angoli morti come doveva andare

ho scritto questa cosa pensando a te
pensando che non sarei mai stato capace
di riuscirci
anche mentre ci stavo riuscendo

mercoledì, febbraio 27, 2008

agnes reloaded

le batte ripetutamente un nervo sotto l'occhio mentre mi parla. per la prima volta osservo qualcosa senza sentirmene escluso e senza sentirmene parte, senza fondermici e senza restarne fuori, senza andarci a fondo e senza fermarmi in superficie. che sarà?
f

"Uomo, ammira dunque la balena e modella te stesso su di essa. Cerca anche tu di restare caldo in mezzo al ghiaccio. Vivi anche tu in questo mondo senza farne parte".
Herman Melville, Moby Dick

lunedì, febbraio 25, 2008

sei la tana che cercavo?

lei mi annusa ben bene e io lo so, che se anche quello che sono io l'ho nascosto ben bene, lei l'ho troverà. e sarò io a farglielo scoprire, in un modo o nell'altro, senza volerlo.

f.

domenica, febbraio 24, 2008

È alta e ha tre figlie. Tre piccole principesse teutoniche, tre alici di rackham, tre zampettanti creature che le guizzano intorno.

Ha una ferita sotto l’occhio che rende il suo volto asimmetrico e cangiante. Due profili, due donne diverse.

E poi ci sono io.

Questo è il nostro primo giorno insieme.

f

All’aeroporto…non mi piacciono gli aeroporti, sono centri commerciali dove le persone sbucano da sotto gli scaffali, non mi dicono niente, non ce li ho nel sangue, non ho mai volato. Non sono come le stazioni ferroviarie, che odorano di metallo e di ruggine, di nafta e di tempera. Qui le persone, tutte le persone, anche quelle senza biglietto, anche quella senza documento di identità, anche quelle senza piccola patria da riportare in adesivi su sacchi e valigie, qui le persone appaiono e scompaiono,e hanno odori che non provo neanche a distinguere.

All’aeroporto, ieri...

f

sabato, febbraio 23, 2008

I topi non avevano nipoti

è il palindromo che, in Caos Calmo, Claudia, figlia di Pietro riporta da scuola. Una frase che resta uguale a se stessa se letta al contrario, presa a simbolo di ciò che è reversibile contro tutto ciò che non lo è, di fronte al quale ognuno può attuare la sua reazione, ma senza la possibilità del recupero. E Pietro decide di restare fermo: sceglie la piazza di fronte alla scuola della figlia e la panchina che guarda le finestre della sua classe e si mette lì tutte le mattine. Quell'immobilità è l'inizio di un lungo viaggio. E' la relatività galileiana dico io: stare fermi in un flusso è come andare velocissimi. E infatti il mondo comincia a passare di lì e lui a vedere cose che prima non avrebbe mai scorto. Elenca, enumera: le compagnie aeree con cui ha volato, le case che ha abitato, le cose di fronte a cui è stato costretto a distogliere lo sguardo. E soprattutto ascolta, ascolta le persone che nel turbine delle loro esistenze vanno da lui a portare i crucci, le preoccupazioni. E lui partecipa, partecipa ma si tiene fuori. Accetta, accoglie, abbraccia ma non stringe mai. E non lo fa con il senso della missione, lui è lì semplicemente ad ascoltare il caos che deriva da una perdita dolorosa di cui ha smarrito il dolore, è lì per sé e per la figlia. E mentre è lì "prende quel che viene". Il suo abitare senza mura attorno, senza volerlo, diventa un gesto che non può non essere visto e attorno alla sua panchina si crea una ragnatela di relazioni che hanno il buon sapore della genuinità. Verrà il momento di scendere e Pietro scenderà dalla sua panchina, ma lo farà a caos vissuto, quando il caos andrà da lui e gli dirà adesso puoi sbarcare, puoi prendermi con te: navigare oltre, quello sì, sarebbe follia.

T.

a tutti i naviganti

in attesa del nuovo spazio recensioni, non è che si potrebbe cambiare qualche colore? il giallo non è il mio colore preferito...so che non mi deluderete.
A

giovedì, febbraio 14, 2008

il tuo corpo è come il mondo. inconcepibile tutto assieme.

f

sabato, febbraio 09, 2008

Propostone

Da un po' di giorni ci stavo pensando, finalmente oggi mi sono deciso a proporvelo. Mi piacerebbe creare delle sezioni in cui si commentano i film che siamo andati a vedere, i libri letti, gli spettacoli a cui abbiamo assistito.
Mi piacerebbe dare titoli del tipo "senza prima, prima vederlo", citando il mitico Rino. e simili per libri ed altro.
Ciò non significa perdere i racconti personali, gli sfoghi, i frammenti.
Che ne dite?

T