mercoledì, aprile 30, 2008

ci sono terre piene d'acqua per il benessere del corpo e terre piene di sabbia per il benessere dell'anima

(detto tuareg)

martedì, aprile 29, 2008

Foco

Buongiorno, cercavo il signor Enio Sardelli.
Buongiorno, rispose la signora. Enio, c'è quel signore che ha chiamato ieri.
Fallo entrare, devo finire un attimo di scrivere questa lettera, se ha la pazienza di aspettare...
Enio è seduto dietro la scivania in fondo alla stanza, la faccia attaccata allo schermo, gli indici schiacciano uno alla volta i tasti della tastiera. E' magro, ha i capelli completamente bianchi lisciati all'indietro, sorride tra le rughe: piacere, Foco. Così si presenta.
Ci eravamo sentiti per telefono il giorno prima, gli avevo chiesto se poteva darmi delle indicazioni a proposito dei luoghi partigiani sul monte Giovi. Già per telefono mi aveva colpito la sua disponibilità e la voglia di raccontare. Dopo qualche tentativo mi disse che era meglio se fossi passato in sezione (ed eccomi lì), che poteva darmi del materiale. Mi disse che era compiaciuto del mio interesse, quasi mi ringraziò per aver chiamato. Si figuri, sono io che la ringrazio e che ringrazio tutti quelli come lei che hanno fatto scelte coraggiose e che hanno combattuto per la nostra libertà. La sua risposta mi spiazzò: non deve ringraziarmi, facemmo la scelta che avrebbe fatto anche lei se avesse avuto diciotto anni in quei giorni.
(invece non era una scelta per niente scontata e si rischiava tanto, pensai).
Se puoi aspettare un po', mi chiese, chiuderei questo comunicato così poi ci dedichiamo alle mappe e al resto.
Vidi che sullo schermo aveva i caratteri giganti e nonostante questo doveva stare appiccicato per vedere quello che scriveva.
Arrivò anche un altro compagno, dall'aspetto meno acciaccato del suo.
Ah, c'è un altro compagno, ti presento Freccia.
Mi chiesero se fossi interessato a mettere per iscritto i loro racconti, ma mi parve un compito sopra le mie capacità e soprattutto fuori dai miei progetti di allora.
Mi raccontarono di quei mesi sul monte Giovi, di come per campare andavano a prendere il bestiame dai contadini della zona, lasciando in cambio dei buoni in cui promettevano che avrebbero restituito tutto a guerra terminata (e così fu, disse). Tra loro ognuno conosceva un mestiere e c'era anche un macellaio e se la cavavano così.
Chiesi loro il perché dei nomi di battaglia e mi spiegarono che tra loro si conoscevano solo con quelli, così che se uno fosse stato catturato non avrebbe potuto fare la spia sugli altri neanche sotto tortura evitando le rappresaglie sulle famiglie di provenienza.
Alla fine dei racconti (Freccia se n'era già andato) mi chiese se gentilmente avessi potuto riaccompagnarlo a casa, poco distante da lì, che ci vedeva poco e aveva bisogno del braccetto. Mi disse che la vista l'aveva persa in seguito alle botte sulla testa ricevute dai fascisti, che aveva sempre letto fin da bambino e che ora che non poteva più si prendeva le cassette del libro parlato all'istituto per ciechi e le ascoltava la notte quando rimaneva insonne. Alle 6 e mezza si alzava per andare in sezione, che c'era tanto da fare e ormai erano rimasti in pochi.
Non l'ho più incontrato di persona, mi è capitato un paio di volte di sentirlo parlare a dei comizi o alla radio.
E di tutto, oltre le parole, quello che ogni volta mi colpiva era la fierezza, l'altezza del suo ideale, il non risparmiarsi mai e in nessun modo per quello in cui credeva.

T.

giovedì, aprile 24, 2008

che te ne fai di un corpo superveloce, se la tua anima cresce lenta come un bosco dopo il taglio?

lizavèta nikolàevna

una vità è ormai trascorsa e ne è cominciata un'altra; poi è trascorsa anche questa e ne è cominciata un'altra ancora, la terza, e così via all'infinito. è come se tutte le conclusioni venissero tagliate con delle forbici. vede, non faccio che ripetere cose vecchie e risapute, eppure sempre così vere!

su Stavrogin

Io l'ho tratto dal mio cuore.

mercoledì, aprile 23, 2008

- la nostra storia non finisce con noi, tutto continua...c'è una cosa che non ti ho mai detto, agnes. siamo morti, ma te la dico adesso: io amo la parola "cosa".
lei ci pensa, sorride.
- è vero, anche io...

sabato, aprile 19, 2008

riempire un vuoto

Resistere ad un'ossessione. Frenare un impulso. Niente ti mette così tanto alla prova. La teoria vuole che più si resiste più ci si rafforza. Ma ne vale veramente la pena? Se sono qui a scrivere è perchè ho frenato l'impulso di farmi 100 chilometri per verificare se una certa auto è parcheggiata in un certo posto... Non so so è più triste avere questa tentazione o rinunciare a soddisfarla...
A

mercoledì, aprile 16, 2008

tu sei gialla
io sono blu
(bada bene, non azzurro)
tu sei la regina
della pioggia
ed io il cuore del fuoco.
mi vuoi uccidere?
non lo so.
mi vuoi spingere al di là
del mio limite?
circoscrivermi dentro
ad un centro?
chi lo sa.
quel che si sa
è che tu ed io assieme
diamo spazio alle nuvole.
che gli altri le prendano
come vogliono.

martedì, aprile 15, 2008

se andassi sulla luna e poi, tornato sulla terra, non avessi nessuno cui poterlo raccontare, non sarebbe valsa la pena di andarci.

i.newton

buongiorno

esistono problemi che ti schiacciano (come si schiaccia un bombolone) facendoti uscire la crema dalle parti.

lunedì, aprile 14, 2008

ieri giornata bellissima
e tu non c'eri.
eravamo io
(con tutto quello che ho dentro),
il bosco
(con tutto quello che ha dentro),
e un bodhisattva
(con tutto quello che è).

venerdì, aprile 11, 2008

esprit de l'escalier

possibile che sia davvero tutta una questione di- uno scambio energetico? le tue parole che mi triminano dentro e io-
io che sorrido e penso: appena arrivo a casa ne scrivo.

f

esistono giorni di sintesi

esistono giorni di sottintesi e di sotterrannei, dove ogni cosa che incontri è per scavamento e odora di fossa e sudore notturno.

esistono giorni di nuvole e limpidezze, ove niente ha più peso dell'aria e niente affonda dentro di te.

esistono giorni radi, con paglia e fieno in bocca, parole zero e solo mille giri a vuoto. e ancora la voglia di camminare e basta.

esistono giorni di sintesi. ti svegli con quattro frasi quattro dentro, frasi che forse hai sentito, magari hai letto, o addirittura hai e ti sei anche già detto. ma stavolta è diverso, queste sono le tue frasi.

una di esse recita: "prenditi la libertà di essere imperfetto".

f

mercoledì, aprile 09, 2008

out / fuori

dopo tante volte che ci siamo visti
senza guardarci,
oggi ci siamo parlati

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venerdì, aprile 04, 2008

a franco

ci sono poche persone al mondo che meritano di essere conosciute e ancora meno quelle che ti lasciano una sensazione di serenità, umanità ed energia anche solo se ne incroci lo sguardo. queste persone non dovrebbero morire mai. A

mercoledì, aprile 02, 2008

visti dal basso

queste persone che si assumono responsabilità enormi...grandi come

poi, a volte, alle riunioni accadono miracoli

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