lunedì, dicembre 18, 2006

dialogo

lei: tu a volte mi tratti come una regina, mi degni, mi ascolti, mi lusinghi, ecc... altre volte invece mi tratti male, sei scorbutico, ed è come se non mi volessi bene. ti volevo fare notare che io sono solo uno specchio per te e che tu mi tratti come ti tratteresti.

lui: lo so

poi lui pensa di dirle anche questo: "ma ti rendi conto che a volte tu sei una persona amabile con cui tutti amerebbero intrattenersi e altre volte sei una delle più grandi rompicoglioni del pianeta?" ma non glielo dice.

5 commenti:

... ha detto...

facciamo un gioco?
si chiama lettura del pensiero. non si sa chi è lui, chi è lei, che rapporto c'è tra loro. il gioco consiste nel fare la lettura del pensiero. secondo voi perchè lui non glielo dice?
con un po' di assertività si può dire tutto o quasi.la mia ipotesi è che lui pensi che il manifestare la propria rabbia abbia effetti catastrofici e punitivi. (giuro che non l'ho copiato da Freud!). A

... ha detto...

l'altro giorno ho manifestato la mia rabbia ad una persona: sono tre giorni che non ci sentiamo più.
Nessuna catastrofe, vivo anche senza, non è un terremoto che mi ha buttato giù la casa o decimato la famiglia, ma la manifestazione della rabbia ha conseguenze, non ce la raccontiamo! Poi ognuno valuta e sceglie. Se si è sufficientemente forti e maturi (cosa per niente scontata) si può scegliere di scagliare il sasso che rende giustizia al proprio stato d'animo, poi però la sassata torna indietro e nell'altra mano sarà bene aver impugnato uno scudo.

baci,
terzilio

... ha detto...

lui non glielo dice perché pensa che se lei pensa così va bene. dopo tutto è anche vero che lei è anche uno specchio. poi lui sa che lei è troppo intelligente e ironica per pensare solo questa storia dello specchio.
lui pensa anche che lei a volte voglia giocare a fare questi giochi e in fondo a lui non dispiace parteciapre al gioco.
infine, lui darebbe ragione a chiunque pur di non avere l'animo troppo molestato.
f

ho vinto ancora?

... ha detto...

è vero, scusate, ho barato. sapevo chi era lei e sapevo chi ero io.
ho fregato e non ho rispettato le regole. senso di colpa, bruuuuuuuuuuu......
f

... ha detto...

per Terzilio :qua dobbiamo ripartire dall'abc dell'asertività...
definizione: "l'assertività è la capacità di un individuo di riconoscere le proprie esigenze e di esprimerle all'interno del proprio ambiente con buona probabilità di raggiungere i propri obiettivi, nel contempo mantenendo positiva la relazione con gli altri"
è chiaro che non si può prevedere la reazione degli altri al nostro comportamento ed è anche vero che gli altri sono abituati a un nostro stile di comportamento, quindi ogni nostra variazione produce dello stupore.
manifestare rabbia comporta sempre conseguenze negative. come minimo si va in escalation...
provate a fare un esperimento: la prossima volta che qualcuno si arrabbia con voi, o che semplicemente alza la voce, voi rispondetegli in modo molto lento e pacato. di sicuro l'altro non continuerà per molto con lo stesso tono ma si adeguerà al vostro.
(però ragazzi, non vale, mi state facendo fare la psicologa...)

per f: neanche essere troppo passivi va bene! non so... mi sa tanto di compromesso poco soddisfacente... se però avere l'anima molestata è un prezzo troppo grande da pagare, allora continua a tacere (e a regalare foto dicendo "si va bene" )