giovedì, novembre 29, 2007

una viola sfida l'inverno e decide di fiorire a novembre. è stoica, è sola. forse non sa che ha sbagliato stagione. o forse lo sa e lo ha fatto apposta. chissà se lo sa che la sua avventatezza può costarle la vita. forse è consapevole di tutto questo e ha deciso di giocare la partita, di provare a vincere. brava viola, io tifo per te.
A

lunedì, novembre 19, 2007

Invisibilmente

Notte, freddo, aria che frizza sul viso, cappellino di lana in testa. La città striscia nel dedalo di vie e sui viali, soffice come sulla neve. Sotto l'impalcatura i miei passi risuonano sulle pietre rigate del marciapiede. Percepisco con chiarezza ogni mio movimento, so esattamente a che punto sono; tengo nelle palme delle mani, come sui piatti della bilancia, il coraggio e la paura; nel petto il desiderio di una donna che non conosco ancora. Mi tornano in mente le parole di Agilulfo nel Cavaliere Inesistente: "il mio nome è al termine del mio viaggio". Sono un granello di niente, che vaga nella notte, ma sono sempre accompagnato, invisib....

t.

sabato, novembre 10, 2007

pensiero errante

oggi mentre camminavo, sola, fotografando nuvole dai colori onirici, pensavo che sono stanca di essere invidiosa. sono stanca della gelosia. sono stanca dell'invidia degli altri nei miei confronti. quello che è mio è mio, quello che è tuo è tuo. se io ho uno e tu hai due, è perchè le scelte che ho fatto mi hanno portato a questo. forse, quando io avrò due, tu avrai tre, oppure uno: poco importa, perchè sono stanca delle gare a chi possiede di più o a chi raggiunge il di più, più in fretta.
basta, game over.

giovedì, novembre 01, 2007

Sento dire fine (sera d'estate alla Badia Fiesolana)

E' il vento che dal cortile si alza e mi accarezza la gamba e la schiena prima di scavalcare il muretto su cui sono a cavalcioni.
E' un gatto nero che mi guarda drizzando le orecchie, per sentire il rumore che fa la luna quando la sua falce infilza il dorso della collina di fronte.
La città è un acquario pieno di luci ed io m'incanto a fissare quel tremolìo di acqua che si smuove. Non mi interessano i pesci, anche se lo so che là sul fondo sono in tanti a boccheggiare.
Nell'angolo a destra tra il cielo e la collina che s'incaglia, una coppia di luci bianche s'invola. E si aggancia il ricordo dei decolli spiati a lungo appena ieri, da Monte Morello.
L'aereo che lento, ma in linea retta, raggiunge l'estremità della pista, il suo punto di rincorsa. Compiere un'ansa secca, fermarsi puntando dritto la lingua d'asfalto per il lancio, caricare la molla del motore che gira a vuoto sempre più forte fino a fischiare. Ed ecco che l'elastico scocca, l'aereo prende velocità sempre più. E' peso, è d'acciaio, trasporta mille persone con tutti i bagagli: non ce la fa, non ce la fa, stavolta non si alza. E invece la fusoliera alata compie il suo balzo e si stacca dalla sua ombra. I due divergono: l'ombra segue le pieghe del terreno e gli spigoli dei palazzi, il falco di metallo piega a destra e in poco tempo è tra le nuvole, è un granello di pepe sul tuorlo del sole. E' sempre più piccolo, minuscolo, non si vede più.

t.