lunedì, novembre 19, 2007

Invisibilmente

Notte, freddo, aria che frizza sul viso, cappellino di lana in testa. La città striscia nel dedalo di vie e sui viali, soffice come sulla neve. Sotto l'impalcatura i miei passi risuonano sulle pietre rigate del marciapiede. Percepisco con chiarezza ogni mio movimento, so esattamente a che punto sono; tengo nelle palme delle mani, come sui piatti della bilancia, il coraggio e la paura; nel petto il desiderio di una donna che non conosco ancora. Mi tornano in mente le parole di Agilulfo nel Cavaliere Inesistente: "il mio nome è al termine del mio viaggio". Sono un granello di niente, che vaga nella notte, ma sono sempre accompagnato, invisib....

t.

4 commenti:

... ha detto...

mi sembra di essermi sentito anche io, rare volte, così. ma ritrovarlo espresso così bene, è più che raro...
grazie. f

... ha detto...

Che piacere leggere questi commenti!
t.

... ha detto...

"un granello di niente": non è un po' troppo autosvalutativa come frase? cozza un po' con il pulso vitale che si percepisce nel resto del post. ma del resto, senza caos non c'è equilibrio, senza disordine non c'è ordine...
(complimenti, come al solito, per le parole "magiche"). A

... ha detto...

Ciao A., a parte che se avessi usato un'espressione autosvalutativa non mi giustificherei ma, quanto meno, mi comprenderei...
Diciamo che in questo caso quell'espressione risente del confronto con l'immensità in cui siamo immersi e in questo confronto, salvo aver perso del tutto il senso delle proporzioni, non ci si può sentire che niente.
grazie A.
le passeggiate notturne stanno forse diventando una passione.
ciao,
t.