guarda il cellulare.
chiediti:
"quand'è che mi hanno fregato?"
spegni il cellulare.
mercoledì, marzo 05, 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
guarda il cellulare.
chiediti:
"quand'è che mi hanno fregato?"
spegni il cellulare.
Pubblicato da
...
alle
8:36 PM
10 commenti:
devo dire che personalmente non ho il problema del cellulare in questo periodo.
però...
vi torna anche a voi che tutti questi mezzi che abbiamo per "comunicare" in realtà creano una sorta di frustrazione?
sono aumentate le possibilità, la quantità dei messaggi scambiati, ma è diminuita drasticamente la qualità.
Mi pare che si viva un'illusione di comunicazione.
Anche il fenomeno blog, a dire il vero, mi lascia alquanto perplesso.
In generale equivale al messaggio nella bottiglia che uno abbandona nel fiume.
Il fiume, però, stavolta è pieno di bottiglie. Molti pescano bottiglie, leggono il biglietto, lo rimettono nella bottiglia, riabbandonano la bottiglia nel fiume.
E noi tre? come mai appiccichiamo messaggi in una bacheca visibile al mondo intero?
Mah! Boh!
T.
non so, è difficile scoprire le motivazioni degli altri. però ci sono regole generali che governano il comportamento di tutti gli esseri umani. la più elementare è che le persone sono incentivate a fare quei comportamenti che producono risultati positivi. penso che nell'appiccicare messaggi qua dentro, siamo rinforzati da tante cose: se qualcuno ti legge, ti risponde, ti critica, ti da la prova che almeno per quel qualcuno sei una persona, che esisti. e poi c'è il bisogno narcisistico di ricevere apprezzamenti. ma questa è un'altra storia...
questa bacheca sarà anche visibile al mondo intero, ma è un po' come un circolo privato.. A
sono d'accordo con A, questo posto è un po'un circolo privato...
e con T, sulla scarsa qualità di certe comunicazioni.
ma io mi chiedo, è aumentata o diminuita la solitudine, con le nuove tecnologie?
e al di là della solitudine tout court, come è cambiata la nostra percezione della solitudine?
io ho scritto anche su posti chiusi, inaccessibili. ma devo dire che scrivere su un posto accessibile è diverso: ad esempio, sto più attento agli accenti,agli apostrofi, sono più preciso...mi costringo ad essere migliore.
la paura di essere sbagliati...
tic, tac, tic, tac...
BOOM!
:-)
f
e poi comunque, certe volte alla sera, sentire che c'è un'onda, che viene da chissadove e va chissadove, che ti prende e ti scuote, e che è capace anche di scuotere un altro o un'altra. beh... questo è bello.
e un po' di solitudine te l'accorcia...
f
e poi penso questo, che per una cosa che scrivo ce ne sono cento che non scrivo, che ho come un tappo in testa. e che alla fine non mi dispiace se ancora alla fine riesco a buttare una riga fuori da me.
e poi penso questo, che non trovo più tanto da leggere in giro. che sono diventato difficile. che mi basta trovare un pò scritto così, o un perchè scritto cosà che mi passa tutta la fantasia.
e poi penso che il fiume delle bottiglie di plastica di T mi è rimasto dentro, e mi sta spaccando (T sei uno stronzo!)
e penso anche che il pensiero migliore sia quello non espresso, la frase non articolata....ma si è poi troppo vicini alla depressione...eallora tiriamo fuori che è meglio
Grazie f, grazie A.
L'altro giorno mi ero svegliato negativo.
Ma ne avevo le ragioni.
Appena recupero obiettività e lucidità vi rispondo.
Però mi piacciono certi scambi d'idee.
un abbraccio a tutti e due.
E' che a volte uno fa delle cose e poi ad un certo punto gli capita di chiedersi perché.
T
guarda che T non ha mica detto che le bottiglie erano di plastica. io me le sono immaginate di vetro, vecchio stile, di un bel verde stile acqua Cerelia...
la depressione può anche essere utile (ma solo un pochino e solo se non è devastante). comunque, viva i sorrisi!!!!!
un sorriso e un abbraccio a tutti e due, A
è vero!!!
le bottiglie non erano di plastica!!
è forse che io me le sono immaginate così...
certi fiumi pieni di bottiglie di plastica mi devono avere influenzato un po' troppo.
pardon...
f
Pippone n° 23
Dopo essermi preso la giusta distanza direi che penso questo.
Che la solitudine, secondo me, è aumentata, ma non è colpa delle nuove tecnologie. Anzi, di per sé, offrono delle possibilità in più e possono favorire la comunicazione o ridurre il danno.
Però gli uomini, si sa, sono immaturi e allora a volte usano le tecnologie per nascondersi - per fingere di comunicare senza farlo veramente - e contemporaneamente per mettersi in mostra.
Dovete scusarmi, ma ultimamente ho letto un libriccino molto interessante dal titolo "La vetrinizzazione sociale" che fa vedere come un sacco di cose stiano prendendo una certa piega.
Anche ieri sono stato in un caffé, molto carino, ma ho avuto una nettissima senzazione di essere in una vetrina e che le persone che erano lì, fossero lì un po' per stare in vetrina.
Questa cosa mi fa un po' schifo, perché sottrae verità.
E allora ho pensato che anche noi eravamo in vetrina.
Cosa c'è di male?
Di per sé nulla. Basta saperlo.
Mi sono chiesto perché non ci scriviamo mail, che forse ci renderebbero più liberi di dire cose anche più personali.
Tutto qui.
Certo che se fossimo in di più avrebbe più senso questa bacheca esposta.
Dopo aver riconosciuto la mia dose di vanità, proseguo con voi.
E vi dico che per certi messaggi nelle bottiglie (di vetro) che penso in questo posto "mi farei spellare".
un abbraccio a tutti e due.
T.
Dislessia (o lapis)
Volevo dire "pesco", non "penso"
T.
Posta un commento