Sia mai che mi si accusi di essere parziale!
Eppure niente è stato uguale dopo quell'incidente.
Se mi chiedessero qual'è la mia esperienza più significativa, risponderei: quella volta in cui i piedi presero fuoco.
Sì, proprio così.
I piedi si ustionarono gravemente ed io, con altri tre che erano seduti sui sedili di fianco e posteriori, venimmo baciati in fronte dalla signora con la falce.
Rimasi 3 settimane in ospedale.
Il tempo era fermo, scandito più dal dolore al ritorno dagli interventi un giorno sì e uno no, che da altro. (qualcuno sa che sviluppai una dipendenza dall'anestesia).
La mia testa era veloce e io mi innervosivo. Poi la lentezza del tempo ebbe la meglio, i pensieri si acquietarono, mi godevo tutto potendolo collocare e assaporare (anche il dolore, che attraversavo quasi non fosse mio). Guardavo molto fuori dalla finestra e, dalla mia soggettiva, l'immagine era fissa: due strisce, di due blu diversi, quella del cielo e quella del mare, dentro la cornice di un infisso rosso.
Mi sentivo forte.
Al ritorno imbrattai questa tela.

T.