sabato, marzo 17, 2007

il principe spiega Nastàs'ja Filippovna ad Aglàja (quel giorno Freud aveva 13 anni, C.G. Jung -6)

Quella disgraziata donna è profondamente convinta di essere la creatura più bassa e la più viziosa di quante ce ne sono al mondo. Oh, non la oltraggi, non scagli anche lei la sua pietra! Si è anche troppo tormentata per la coscienza del disonore che l'ha immeritatamente colpita! E di che cosa poi è colpevole, Dio mio! Ha continui attacchi di frenesia e grida di non riconoscersi colpevole di nulla, di essere soltanto una vittima degli uomini, vittima di un depravato, di uno scellerato; ma qualunque cosa essa dica, ebbene, sappia che lei stessa, per prima, non crede a quello che dice, e crede invece, con tutta la sua coscienza, che è lei... lei stessa la colpevole. Quando cercavo di dissipare quella nuvola che offuscava la sua ragione, lei cadeva in tali sofferenze che le ferite nel mio cuore non si rimargineranno mai, finché mi ricorderò di quei terribili giorni. E' come se il mio cuore sia trafitto per sempre. Lei è fuggita via da me, e sa perché? Proprio per dimostrare a me, a me soltanto, che era una miserabile. Ma la cosa più terribile è che lei stessa, forse, non sapeva che voleva dimostrarlo soltanto a me, e fuggiva perché provava un intimo impulso a commettere a tutti i costi un'azione vergognosa, per poter poi dire a se stessa: 'Ecco, vedi, hai commesso un'altra azione vergognosa, e quindi sei proprio una miserabile!'. Forse questo lei non riuscirà a capirlo, Aglàja! Vede, forse in questo continuo rinnovare in se stessa la coscienza del disonore si nasconde una qualche spaventosa, innaturale voluttà, il sentimento di vendicarsi di qualcuno. (...)

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