martedì, novembre 28, 2006

volevo vedere

Poeta

Eppure
sono cresciuta
e sono diventata
come te,
bestia famelica
senza notte.
Dimmi chi sei?
Tu,
che mastichi parole
come se
l’incastro tra queste
ti desse il senso
del tuo
e dell’umano vivere.
Ridi eh?
Perché l’inchiostro
si fa denso
e affonda
come le vesti pesanti di velluto
che cadono a terra.
Eppure
maledetto Poeta
sei come me
confondi questo inchiostro
con la Vita
e non ti dai pace
che sia solo inchiostro.
No, per te
è qualcos’altro
è qualcosa di più.
E allora
Ti guardi
e sul tuo bel volto
cuci
tutte le emozioni del mondo
e sei tutti gli uomini
e tutte le donne
e tutte le lacrime
e sei tutte le volte che non ho parlato
e sei i miei passi che correvano lontano
mentre io
rimanevo inchiodata lì.
Ah se ti ho visto!
Ah se ti ho sentito!
Ah se ti ho scoperto!
Provavi a comporre
parole sensate
per mani ruvide,
e alla fine,
ti sei domandato
perché sei solo caotico giocoliere
di parole
tra logiche e realtà in bilico
e se potessi lasciarti
affogare nel mio Essere
dì?
Che cosa saresti, tu?
Saresti
solo parole di carta
che compongono
il Mondo
.

3 commenti:

... ha detto...

ricopiare un pezzo di qualcuno, riseguirne il filo delle parole che si sussegueno nel vuoto, è come mettersi al vetro a ricalcare il quadro di un altro e pensare "voglio vedere"
f

... ha detto...

anche te nessuno ti ha commentata. lo faccio io. è stato un brivido leggerti la prima volta. anche se lo ho già detto, avrei preferito un'altra chiusura.
mi sembrava che questa chiusura fosse oltre che troppo netta e precisa anche un attacco al mio modo di essere. mi sembrava che la poesia fosse rivolta a me, che mi lodasse prima e mi stringesse il collo dopo.
forse davvero sbaglio a prendere tutto o quasi o comunque troppo in prima persona. forse anche per questo sono volati in questo posto un paio di commenti di troppo. e di questo chiedo scusa.
conoscersi è un lungo processo non privo di inciampi, fraintesi e piccoli indolenzimenti delle sensibiltà.
del resto si può fare mestiere di silenzio e acquiescenza ma se poi ci si dice che occorre tirarsi su le maniche e fare invece esercizio di assertività è facile che qualche scheggia nel travaglio ci finisca addosso o ci vada di traverso.
vale la pena provare ancora l'assertività? penso di sì.
anche se mi piacciono molto gli educatori silenti. e quindi io sono diviso.
f

... ha detto...

qui non fai l'educatore. ho passato anni ad identificare le persone col lavoro che facevano facendo passare in secondo piano decine di qualità che non avevano niente a che fare col lavoro svolto. FAI l'educatore ma SEI più di un educatore.
non so a quali commenti di troppo ti riferisci, comunque l'assertività funziona sempre. anche il silenzio è comunicazione, ma è più facile che venga frainteso.
a volte non commento i tuoi post perchè esprimono fatti o emozioni così intime e profonde, collegate a fatti estranei a questo posto che penso che sarebbe una violazione fare commenti.
Annalisa