domenica, dicembre 21, 2008

quello che ha detto Astrid

Non so se ho voglia di raccontarvi questa storia. Non l’ho mai detto a nessuno e non so se mi posso fidare di voi. Ma forse parlarne mi farà stare meglio. Era novembre dell’anno scorso. Ero appena arrivata a firenze col treno delle 14e40. ero scesa alla stazione campo di marte, per evitare la folla della stazione centrale. Uscita dalla stazione, mentre camminavo, per terra ho visto un portafoglio. Rosso. Da donna. L’ho aperto. era di milena zucchi, via sarpi 39. non sapevo dov’era la via e non mi andava nemmeno di chiedere. Cosi ho messo il portafoglio nello zaino e sono andata in ostello. Ho cercato la via sulla cartina, poi non so cosa mi è preso, ma ho iniziato a guardare dentro tutte le tasche del portafoglio. In una ho trovato una foto. C’era milena con i suoi due figli, un bambino di 7o 8 anni e una ragazzina. Era stata scattata a barcellona, a parc guell. Lo so perchè c’ero stata poche settimane prima. La foto era stata fatta sicuramente da sua marito. Li aveva colti di sorpresa. Sorridevano tutti e tre e avevano gli occhi felici. Ho invidiato quella foto. Al mattino presto sono andata in via sarpi, mentre mi avvicinavo al numero 39 milena è uscita di casa, con suo figlio. Non so perchè ma non sono riuscita a dire niente. Li ho seguiti. Hanno preso l’autobus e l’ho preso anch’io. Suo figlio è sceso davanti alle scuole elementari, invece milena ha proseguito. È scesa davanti all’ipercoop. Sono scesa anch’io e l’ho seguita da lontano. Ho guardato quello che metteva nel carrello. Ha preso una confezione da un litro del latte granarolo alta qualità, l’unico che bevo e 2 confezioni di biscotti osvego, i miei preferiti. Poi è andata al reparto panetteria. La commessa le ha detto: signora il solito? E lei ha risposto: no mi dia un panino in più che stasera ho un’ospite. Allora ho capito. Ho capito che non era tutto una coincidenza. Aspettavano proprio me. Così sono uscita di corsa dal supermercato. Sono andata all’ostello e mi sono preparata. Ho messo il vestito più bello che avevo, poi sono andata in via sarpi. La casa era buia, non c’era nessuno. ho aspettato lì davanti per tre ore, ma non sono tornati. Al mattino prestissimo sono andata di nuovo là. La porta di casa era aperta, e anche il cancello. Col cuore che mi batteva forte ho suonato il campanello. È uscito il marito di milena e mi ha detto: ah buongiorno, lei è dell’agenzia? E io gli ho risposto: no sono astrid. Lui mi ha guardato, sembrava non capire. Poi in giardino è entrato un camion. Ho letto la scritta: traslochi europa. Allora ho iniziato a capire e gli ho chiesto: ma andate via? E lui mi ha detto: certo traslochiamo. E le mie parole mi si sono strozzate in gola. Avrei voluto dirgli: ma come, ma a me non ci pensate, e adesso cosa faccio e dove vado? Ma non ce l’ho fatta. Lui è salito sul camion e da quel giorno non ho più rivisto milena e la sua famiglia. Di loro mi rimane solo la foto scattata a barcellona

4 commenti:

... ha detto...

una volta tanto mi autoincenso: sono stata brava. la parte mi è venuta bene, perchè c'era solo ansia fisica ma non mentale. e poi sono un po' Astrid...Il laboratorio teatrale si chiamava "raccontami una storia", e questa è quella che ho creato io. non so se riuscirò ad avere materiale fotografico... A

Anonimo ha detto...

meraviglioso. ti ringrazio davvero tanto. e ringrazio anche me per la curiosità, la voglia di sapere (e di saperti), di conoscere, di domandare. merci, merci, merci.
ci ho visto tanto nel tuo racconto.
f.

Anonimo ha detto...

le tue parole sono sempre di gran conforto e la tua curiosità ti rende più vicino. mi fa piacere ti sia piaciuto. L'"assurdità" della storia lascia aperte tante interpretazioni e penso abbia riscosso successo proprio per questo, perchè ognuno cerca di spiegarla in base al proprio stato emotivo. un abbraccio, A

Terzilio ha detto...

Questa storia è degna di kievslovsky!
E la cosa che è più lontana da me in questo momento è dargli una spiegazione.
Mi piace tenerla sospesa, con tutto l'interrogativo che contiene.
Grazie A!